lunedì 19 maggio 2014

MOSTRA di pittura SUMI-E a RIMINI (RN) dal 20 al 28 maggio 2014 (ingresso libero)

COMUNICATO STAMPA


L’Istituto di Scienze dell’Uomo di Rimini, nell’ambito delle attività della Scuola Superiore di Filosofia Orientale e Comparativa, presenta una mostra di disegni Sumi-e dal titolo:  “I quattro nobili”.  


La mostra, che si colloca all’interno del circuito “open” della “Biennale  disegno” sarà allestita nei locali  della Casa della Pace di Rimini, in via Luigi Tonini 5 dal 20 al 28 maggio. 

Autore della mostra il maestro Beppe Mokuza Signoritti, monaco zen della tradizione del Buddismo Zen Soto, responsabile del Dojo Zen “Bodei Dojo” di Alba (CN). 

La tecnica di pittura all’inchiostro di china Sumi-e si è sviluppata in Giappone ma è di origine cinese. Il termine significa inchiostro nero (Sumi) e pittura (e). 
Il Sumi-e vuole cogliere l’essenza della natura: l’artista mediante una giusta postura e una corretta respirazione, concentra l’attenzione sull’attimo presente, lasciando scorrere i pensieri e…diventa ciò che dipinge. 

Inaugurazione della mostra il 20 maggio alle 17.30  presente l’autore. 
Orario della mostra  10-12  /  17.30- 20.00; ingresso gratuito.

Nelle giornate di mercoledì 21 e giovedì 22 dalle ore 17,30 alle 19,30 il maestro eseguirà delle dimostrazioni di pittura sumi-e. 

Per info
Istituto di Scienze dell’Uomo, tel. 0541/50555 – 346/5006345
email: isur@libero.it  

Opere del Monaco Zen e maestro di sumi-e
Beppe Mokuza Signoritti

Un vecchio adagio afferma che quanti sono versati nella pittura vivranno più a lungo, perché la vita creata per mezzo del tocco del pennello rafforza la vita stessa” : nella tradizione dell’antica Cina infatti, l’armonia di un prodotto artistico rispecchia l’armonia universale del Tao (in giapponese Do), supremo e imperscrutabile principio che ha generato il mondo e governa il segreto ritmo della natura.

SUMI-E Il termine giapponese significa “inchiostro nero” (sumi) e “pittura” (e) ed indica una delle forme d’arte in cui i soggetti sono dipinti con l’inchiostro nero in gradazioni variabili dal nero puro a tutte le sfumature che si possono ottenere diluendolo con l’acqua. Questo non vuol dire però che ogni cosa dipinta così possa meritare il nome di sumi-e. Il vero sumi-e deve rispondere a determinate caratteristiche tipiche, come ad esempio la sobrietà e la spontaneità che vanno direttamente a colpire la sensibilità dello spettatore. Perché il dipinto sia “vivo”, tutti i componenti devono essere vivi. Questo tipo di pittura include già il “disegno”, non c’è bisogno di alcun tratto preparatorio, viene tralasciata ogni forma o dettaglio superfluo. Il sumi-e coglie l’essenza della natura.
Di origine cinese, questa pratica della pittura all’inchiostro di china chiamata sumi-e, è stata introdotta in Giappone più di cinque secoli fa da monaci Zen e conobbe un rapido successo perché questa “ tecnica” pittorica, come anche la pratica dello Zen, è l’espressione del reale, esso viene ridotta alla sua forma pura, spoglia. Nel sumi-e, i ritocchi, le “ aggiunte”, le decorazioni in realtà non abbelliscono un’opera ma ne offuscano solo la verità naturale, la sua propria natura.
Dice il Maestro Su Tung Po: a proposito del giusto atteggiamento da tenere quando si dipinge: “Prima di dipingere un bambù, bisogna che esso vi cresca nell’animo. Allora, col pennello in mano e lo sguardo concentrato, vi nasce innanzi la visione. Coglietela subito coi tratti del pennello, perché può dileguarsi presto, come la lepre all’approssimarsi del cacciatore”. Una mente vuota e calma, libera da qualunque idea precostituita, fa sì che l’artista crei “dal nulla” il bambù. Egli diventa ciò che dipinge.
Beppe Mokuza Signoritti: Monaco Zen, appartenente alla tradizione del Buddismo Zen Soto, discepolo del Maestro Roland Yuno Rech. E’ il responsabile del Dojo Zen “Bodai Dojo” di Alba (CN). Da vent’anni si dedica al sumi-e ed alla pratica della meditazione Zen. Espone le sue opere, tiene conferenze e dimostrazioni pratiche in tutta Europa. 
  
I QUATTRO NOBILI
Quattro sono le principali tematiche della pittura tradizionale cinese, che rimangono sostanzialmente invariate anche in quella giapponese: paesaggi, ritratti, uccelli e animali, fiori e piante.
Nella pittura la natura spesso assume un significato simbolico, per es. il bambù significa amicizia perenne e longevità. Esso rappresenta la flessibilità radicata nella forza. Richiama ad un atteggiamento interiore di grande duttilità che rende l’uomo forte poiché, proprio come il bambù, di fronte agli eventi della vita non si oppone al cambiamento ma fluisce con esso e vi si adatta. Egli come il bambù, è “verde in tutte le stagioni”, che significa mantenersi intimi ed equilibrati anche nel mutamento delle stagioni e delle fasi della vita.

Orchidea, bambù, susino e crisantemo rappresentano il qi o l’energia vitale delle quattro stagioni e delle quattro età dell'’uomo e sono considerati i “quattro nobili”.



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