"Il Taiko da gioia, calma la collera, da luce al mondo ed è il cuore della vita che regola e scandisce ogni istante del nostro esistere"
Un corso di percussioni giapponesi, articolato in più incontri per imparare a suonare i tamburi Taiko e immergersi così nella storia dell'antico Giappone.
Date incontri
5-6 gennaio
23-24 febbraio
23-24 marzo
Il Sabato dalle ore 15 alle ore 20 , mentre la Domenica dalle 9 alle 17:00
Iscrivetevi subito perchè i posti sono limitati!
INFO
tel 347 2319243 segreteriaportadelloshen@email.it
Il termine
taiko (太鼓) indica genericamente tutti i tamburi giapponesi, ad eccezione di quelli a clessidra (definiti
tsuzumi). La tipologia più nota in Occidente, grazie a gruppi come
Kodō, è quella del grande
tamburo giapponese a forma di
barile.
I tamburi definiti taiko e maggiormente impiegati nelle tradizioni giapponesi sono sostanzialmente riconducibili a due tipologie, entrambi bipelli e percossi con una coppia di bacchette: i già citati tamburi a barile e i tamburi cilindrici.
In antichità i taiko erano usati negli eventi militari e nelle feste comunitarie dette
matsuri. Dalla pratica strumentale dei matsuri deriva, nei tardi anni '50, un genere neotradizionale imperniato su gruppi di tamburi, definiti
kumidaiko (組太鼓). Gruppi come i Kodō hanno elaborato, liberamente e in senso virtuosistico, i repertori di diverse zone del Giappone o utilizzato brani composti ex novo.
La valle di Suwa, distante 150 chilometri dalla città di
Tokyo, è nota per il paesaggio maestoso e per avere diversi miti, che hanno come protagonisti divinità naturali; questa località è famosa anche per l'uso dei tamburi. Qui viene usato un
taiko per rendere omaggio alle divinità nei sacrari
shintoisti.
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